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La tomba Frigyessy/Frigessi di Rattalma
Nel 1843 a Ráczalmás, villaggio nei dintorni di Budapest, nacque Abraham Friedberg. Conosciuto anche con il nome “gentile” di Adolf, egli proveniva da una famiglia di origine tedesca molto legata al culto e alla tradizione. Si formò prima nelle locali scuole israelitiche, quindi in istituti statali, concludendo la sua istruzione con il diploma ottenuto nel 1861 presso l‘Accademia commerciale di Pest.
In questi anni la sua famiglia cambiò per la prima volta cognome, optando per il magiaro “Frigyessy”. È probabile che alla base di questa decisione ci fosse la volontà del padre Moses di facilitare ai figli l’inserimento nel locale mondo del lavoro, ma è certo che negli anni successivi Adolf si identificò sempre come ungherese: nel 1869, candidato riformista al Congresso generale delle comunità ebraiche d’Ungheria, si presentò con il nome ungherese di Aladár e, una volta trasferitosi a Trieste, fu tra i principali animatori del locale Circolo dei magiari.
Intrapresa la carriera nel mondo delle assicurazioni, il giovane Adolf si formò tra Budapest e Vienna. Qui ebbe occasione di dimostrare le proprie doti professionali e umane, prendendo contatti con le principali compagnie di assicurazione dell’Impero, Generali e Riunione Adriatica di Sicurtà. Nel 1877 Alessandro Daninos, direttore generale di quest’ultima, colpito dalle capacità e dalla competenza di Frigyessy, lo convinse ad accettare un’offerta di lavoro ed a trasferirsi a Trieste. Sarebbe stato l’inizio di un legame destinato a durare quarant’anni e culminato nel 1899 con la nomina a direttore generale.
Adolfo de Frigyessy in età matura – Civici Musei di storia ed arte, Trieste.
A Trieste Frigyessy si confermò figlio dell’ultima Austria imperiale, e alla sua identità mista e multiforme aggiunse una componente italiana. Aiutato dai codici culturali condivisi dalla borghesia dell’epoca e dalla conoscenza dell’italiano, studiato a scuola, si ambientò in fretta. Il suo ebraismo, mai abbandonato, divenne una questione personale, priva di segni esteriori. Iniziò ad essere conosciuto, almeno a Trieste, come “Adolfo” e nel 1878 sposò un’italiana, Giulia Pavia, figlia di un alto dirigente milanese della Ras. Sempre a Trieste nacquero tutti i suoi sei figli. Tra loro Arnoldo, suo futuro successore come direttore generale della Ras, Clara e Carlo, dirigente del Credito italiano a Fiume e Trieste.
Adolfo Frigyessy, però, non rinnegò né la propria identità magiara né, tantomeno, la sua fedeltà all’Austria imperiale e alla sua cultura. A simbolica dimostrazione di ciò, le tempistiche e le modalità della sua nobilitazione. Adolfo ricevette il titolo di Edler (nobile) nel 1896, in virtù del suo successo economico e all’importanza che questo rivestiva anche per la prosperità e il prestigio dell’Impero asburgico, e in occasione del “millennio della nazione magiara”. Divenuto nobile ungherese, scelse come predicato “von Raczalmas”, a ricordare il suo luogo d’origine.
La morte lo sorprese nel 1917, a Vienna, dove si era trasferito per curare lontano dal fronte gli interessi della Ras. Agli occhi di Abraham/Adolf/Aladár/Adolfo quella guerra suonava il rintocco funebre per un intero mondo, il mondo in cui era cresciuto e in cui aveva creduto. Un mondo aperto, liberista e cosmopolita, ispirato ma non condizionato da “piccole” appartenenze nazionali, dove si poteva essere contemporaneamente ungheresi, culturalmente italiani e fedeli sudditi di una dinastia austriaca.
Sarebbe però stata la nuova precedenza data alle appartenenze nazionali a portare all’ultima mutazione di cognome e denominazioni. Nel 1929, a dieci anni dal passaggio di Trieste all’Italia, a sette dalla salita al potere del fascismo, a due dalle leggi che imponevano la “restituzione” in italiano di ogni cognome «originario italiano o latino tradotto in altre lingue o deformato con grafia straniera», un decreto prefettizio sancì la traduzione del vecchio cognome: da Frygyessy von Raczalmas, a un più italiano (e intonato alla temperie culturale e politica dell’epoca) Frigessi di Rattalma.